La vendemmia del 2023 in Italia ha vissuto una crisi senza precedenti, caratterizzata da perdite in alcuni casi superiori al 50% rispetto all’anno precedente. Questo calo drammatico della produzione è principalmente attribuibile all’insorgenza della peronospora della vite, favorita dall’eccesso di umidità causato dalle piogge abbondanti di maggio e giugno, che ha mietuto, e continua a mietere, gravi danni nelle regioni vinicole italiane. Le regioni più colpite includono la Puglia, la Sicilia, la Campania e la Basilicata, oltre al Veneto ed all’Emilia Romagna. Tuttavia, i danni si sono estesi anche al Piemonte e alla Liguria.
Veniamo quindi da un anno in cui è stato particolarmente complesso il controllo della peronospora della vite un po’ in tutta Italia, dopo circa sei anni dal 2018, che era stato l’ultimo anno problematico per la peronospora.
Queste premesse non fanno altro che creare grande preoccupazione per la peronospora della vite 2024: anche perché, dicono gli esperti, siamo ancora più anticipati rispetto alla stagione precedente che era già anticipata. In Emilia Romagna, per esempio, con le piogge di fine febbraio, marzo ed inizio aprile, le famiglie di oospore hanno tutte terminato precocemente la fase di germinazione rendendo di fatto molte zone già nella condizione di avere infezioni. La fase fenologica anticipata della vite è, come detto, ancora più anticipata dello scorso anno, la più precoce della storia recente.
Prima di entrare nel merito delle previsioni per l’anno corrente, analizziamo i diversi i fattori che hanno inciso nel mancato contenimento dell’avversità nel 2023. Innanzitutto, l’andamento climatico che ha favorito uno sviluppo vegetativo anticipato, coinciso con abbondanti piogge tra aprile e maggio, che hanno favorito a loro volta infezioni primarie particolarmente consistenti nelle prime fasi di sviluppo, a cui sono seguite infezioni secondarie causate da piogge frequenti in giugno e luglio.
Tuttavia, nonostante queste condizioni avverse, il controllo della peronospora sarebbe stato possibile ricorrendo all’impiego dei prodotti fitosanitari attualmente disponibili.
Purtroppo, si sono verificate alcune situazioni contingenti nelle quali la peronospora si è invece sviluppata creando gravi problemi.
Questa criticità si è verificata, in alcune aree, a causa dell’impossibilità ad entrare in campo per l’esecuzione dei trattamenti per la presenza di troppa acqua ed umidità nei terreni che non consentivano la movimentazione degli atomizzatori.
Ma da non sottovalutare possibili disattenzioni dei produttori, che in alcune zone hanno ritardato l’inizio dei trattamenti e allungato eccessivamente gli intervalli tra i trattamenti stessi in particolari momenti.
Molto problematico anche il rallentamento della difesa dalla peronospora dall’inizio del mese di luglio che, specie nelle zone più umide e in presenza di focolai attivi, ha favorito uno sviluppo molto consistente della peronospora sulle femminelle, provocando danni importanti nella fase di pre raccolta.
Un’oculata difesa è comunque sempre riuscita a tenere la situazione sotto controllo. I problemi, lo ripetiamo, sono venuti quando la difesa è iniziata in ritardo, è stata trascurata o sono stati adottati turni troppo lunghi tra i trattamenti e i prodotti fitosanitari sono stati usati in momenti non coerenti con le loro caratteristiche funzionali.
Un fattore che ha spinto in questa direzione è rappresentato sicuramente dal cambiamento climatico che sta interferendo in modo sempre più significativo sulla diffusione delle malattie delle piante e che nel 2023 ha contribuito a determinare l’anticipo con cui la peronospora si è manifestata rispetto ai decenni precedenti.
In questo contesto, sono stati messi a dura prova i modelli previsionali sullo sviluppo della peronospora, che comunque hanno confermato una buona attendibilità e che si sono dimostrati molto utili per il posizionamento dei primi interventi. In particolare, si va a confermare come la regola dei tre dieci (Fig. 1), straordinaria intuizione per capire l’evoluzione della peronospora, è ormai sostanzialmente superata e, indipendentemente dallo sviluppo vegetativo, molto spesso le infezioni primarie si sono manifestate già dalla fine di aprile con un limitato sviluppo vegetativo, bagnature adeguate e temperature superiori ai 10 gradi centigradi.
Fonte: arsacweb.it
In particolare, i modelli si sono dimostrati fondamentali per l’inizio della difesa nel 2023, quando l’anticipo del risveglio vegetativo della coltura è stato accompagnato da un anticipo molto marcato delle infezioni primarie che si sono presentate già dalla metà del mese di aprile. Più preciso e puntuale potrebbe essere un utilizzo dei modelli su scala aziendale con l’ausilio di stazioni meteorologiche locali, ma utilissimo comunque l’impiego dei modelli per la gestione della difesa fitosanitaria su scala territoriale. Ne sono stati una conferma gli ultimi anni in cui le strategie di difesa sono ormai impostate esclusivamente su interventi preventivi, indirizzati dalle previsioni del tempo.
Per quanto riguarda il 2024, prendiamo a riferimento le parole del ricercatore del centro di saggio Agrea, Gabriele Posenato, che ritiene che le gravi infezioni del 2023 potrebbero non influire negativamente sullo sviluppo della peronospora del 2024, che dipenderà ovviamente dalle condizioni di piovosità dei prossimi mesi.
In termini di strategia, ritiene molto importante scegliere e posizionare i prodotti fitosanitari nei periodi in cui possono meglio estrinsecare le loro attività. Indicativamente suggerisce i posizionamenti specificati nella tabella seguente.
Tabella posizionamento dei trattamenti
(Fonte: Gabriele Posenato da agronotizie.imagelinenetwork.com)
È sempre utile ricordare quali sono le fasi fenologiche in cui la pianta risulta maggiormente suscettibile all’infezione:
Fonte: arsacweb.it
Alla fine tutto suggerisce che, nella lotta alla peronospora, l’esperienza dell’agricoltore unitamente al monitoraggio dei dati microclimatici degli appezzamenti possa rappresentare il connubio più efficace per prevedere l’avvento di questa malattia e intervenire in tempo.
Sul mercato sono ormai presenti diverse soluzioni che attraverso sensoristica IoT installata all’interno del vigneto puntano a supportare il viticoltore nelle decisioni agronomiche, non sostituendosi alla propria esperienza e a quella degli agronomi ma solamente fornendo informazioni ed elaborazione di dati acquisiti direttamente in campo.
Con un po’ di attenzione, è una battaglia che possiamo vincere!
Fonti:
https://agronotizie.imagelinenetwork.com/