Nona puntata del nostro video progetto “I PALI RACCONTANO” che percorre i territori del vino italiano attraverso le immagini e la voce dei produttori.
Oggi ci troviamo nel cuore della Maremma Toscana, vicino Grosseto, più precisamente in località Poggio la Mozza, presso il nostro cliente e amico Azienda Agricola Val di Toro.
Anna Maria Cruciata e il marito Hugh Constable Maxwell si sono trasferiti in Maremma nel 2003 e, attratti dalla bellezza della campagna maremmana e dal desiderio di una vita a contatto con la natura, hanno trasformato in vigneto quelli che in tempi più lontani erano stati pascoli di tori maremmani.
I vigneti dell’azienda coprono 15 ettari, sono stati da subito (2004) condotti in regime biologico e dal 2015 certificati biologici, questo perché i proprietari hanno sempre creduto che una buona viticultura inizi con la cura del terreno e l’approccio è quello di immergersi nel ritmo della natura per abbracciarne tutta la biodiversità e incoraggiarne il processo naturale in modo da coltivare uve sane dalle quali ricavare vini espressivi e vibranti.
La produzione è di circa 100.000 bottiglie l’anno e, come per la maggior parte dei vini toscani, il vitigno principale è il Sangiovese che viene utilizzato sia per i rossi che per i rosati. Sono stati inoltre piantati di recente circa 1,5 ha di Ciliegiolo (visibili nelle riprese).
La cantina si trova nel cuore dell’azienda ed adotta una produzione pulita e attenta ad ogni fase della lavorazione, combinando le più moderne tecniche di vinificazione con i tradizionali metodi di lavorazione.
Tutta l’uva viene raccolta a mano per essere poi trasportata in cantina e vinificata ed affinata parte in botti di acciaio inox termocontrollate, parte in vasche di cemento e parte in botti di legno di varie dimensioni.
Ora siamo in primavera, nella fase di pre fioritura, in un vigneto adiacente la cantina con piante giovani ma già di buona vigoria, che daranno sicuramente un Sangiovese di ottima qualità.
In questo vigneto troviamo un sesto d’impianto 2,50 mt x 0,9 mt, pensato per la raccolta manuale ma con un grado elevato di meccanizzazione soprattutto per le principali operazioni colturali, cimatura, lavorazioni del terreno e difesa fitosanitaria.
L’armatura del vigneto è costituita da 7 fili, uno per il sostegno del tubo irrigazione, uno per la cortina principale, due coppie per palizzare i germogli e un ultimo più in alto per lo sviluppo superiore della parete.
Per la palificazione sono stati utilizzati i pali EKO di colore marrone con gancio ad H.
Le viti sono potate a guyot e allevate a controspalliera, si pratica il sovescio seminando favino e orzo e le lavorazioni sottofila sono tutte meccaniche (scalzatura) perché non si utilizzano diserbi.
Il cliente ha deciso di affidarsi a Valente per l’ottimo rapporto qualità/prezzo e per l’ampia gamma di prodotti che sono in grado di soddisfare tutte le esigenze tecniche e di funzionalità relative alle operazioni colturali.
Il palo EKO, in particolare, è stato scelto per le sue caratteristiche tecniche di resistenza e perché si integra perfettamente nel contesto paesaggistico che, come si può vedere dalle immagini, è davvero spettacolare.