Per questo nuovo capitolo della nostra rubrica tecnica “I Pali Raccontano” siamo venuti in Umbria, più precisamente a Gualdo Cattaneo, nella zona di Montefalco, per incontrare un cliente davvero speciale; Pompeo Farchioni, titolare insieme alla moglie Tosca ed al fratello Roberto del gruppo agroalimentare Farchioni 1780.
La storia del gruppo comincia appunto nel lontano 1780 con la creazione di un piccolo mulino a pietra che segna l’inizio della produzione di olio e farina, ed oggi comprende le note aziende Farchioni Olii, Mastri Birrai Umbri e Terre de la Custodia.
Ed è proprio presso la meravigliosa sede della Cantina Terre de la Custodia, spostatasi a Guado cattaneo nel 2000 e realizzata in collaborazione con la famiglia Cotarella, che abbiamo incontrato Pompeo.
Siamo in una terra particolarmente vocata per la produzione vinicola e qui si producono quindi i classici vini della zona; il Sagrantino, che è l’emblema della cantina e che con la versione Exubera nel 2024 è arrivato primo tra tutti i vini rossi dell’Umbria, il Rosso di Montefalco, il Sagrantino passito ed i bianchi, Trebbiano Spoletino e Grechetto Umbro in testa.
La particolarità di questa realtà vitivinicola, ci racconta Pompeo, è quella di avere unito e racchiuso tutto quello che è storia e tradizione in un unico luogo; non a caso la cantina si chiama Terre della Custodia, che in Umbria significa la cassaforte delle cose buone, ciò che custodisce i prodotti migliori che si hanno in casa, in questo caso il vino.
Ma per realizzare dei vini d’eccellenza, continua Pompeo, c’è bisogno che le vigne siano un’eccellenza, e questo concetto va inquadrato sotto diversi punti vista.
Parliamo infatti di una realtà che conta circa 250 ettari di vigneto, con un’età media intorno ai 30-35 anni, che ogni anno sostituisce e reimpianta minimo una decina di ettari.
Pe quanto detto prima, non si può quindi prescindere dal farlo utilizzando materiali di qualità, che garantiscano dei risultati ottimali non solo dal punto di vista della durata ma anche da quello estetico ed ecologico.
Tutti questi aspetti hanno condotto l’azienda alla scelta dei pali EKO Valente; “innanzitutto perché sono belli da vedere”, ci racconta Pompeo, “e quindi riusciamo, sia nei capo-testa ma anche all’interno, a sostituire il legno e fare in modo tale che visivamente ci sia un bell’impatto estetico, ma anche ecologico, perché non dimentichiamoci che il legno è stupendo ma si infradicia, bisogna cambiarlo, invece con questi pali abbiamo risolto entrambe le cose, e abbiamo pensato di utilizzarli sempre anche nel futuro”.
Da parte nostra non possiamo che ringraziare Pompeo per le belle parole e per averci voluto al suo fianco nell’intraprendere questo viaggio sempre orientato all’eccellenza ed al futuro.
Siamo orgogliosi di poter affiancare il nostro nome ad una realtà così importante nel panorama agro alimentare italiano, con la quale condividiamo i valori di progresso e innovazione basati però sulla custodia della tradizione.