Oidio della vite, ecco tutti i rimedi

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L’oidio della vite, conosciuto anche come muffa bianca, nebbia o “mal bianco”, è una malattia della vite da vino e da tavola. Si tratta di un fungo, Uncinola necator, nome latino dell’agente eziologico, importato dall’America durante il XIX secolo. Insieme alla peronospora, l’oidio è tra i problemi più gravi che affliggono la vite, aprendo la strada a infezioni successive di altri patogeni, come la botrite.

Sintomi e danni

L’oidio può infettare tutti gli organi verdi della vite causando i danni maggiori su germogli, grappoli e singoli acini. I primi sintomi visibili sulle foglie consistono in piccole macchie giallastre traslucide, le quali, con il passare del tempo, possono interessare totalmente o in parte la superficie fogliare, impedendone lo sviluppo e causando increspature necrotiche brunastre: i lembi si curvano verso l’alto, la foglia ingiallisce e cade.

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In corrispondenza di questi sintomi, la foglia viene ricoperta dalla caratteristica patina biancastra e polverulenta. I tessuti colpiti sono decolorati e traslucidi.

I germogli possono essere interessati fino dal loro sviluppo, a causa della crescita del fungo latente nelle gemme; il micelio può ricoprire totalmente il germoglio che assume una colorazione biancastra con il lembo fogliare ripiegato verso l’alto, le cosiddette “foglie a bandiera”.

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Le gemme in via di formazione possono essere colonizzate dal micelio, nelle quali svernerà in forma latente. Le infiorescenze, così come gli acini appena allegati, sono molto suscettibili alle infezioni oidiche e vengono rapidamente ricoperti dal micelio del fungo.

Recenti studi epidemiologici hanno messo in evidenza come i grappoli siano maggiormente suscettibili al fungo nella fase della fioritura, mentre a partire dal raggiungimento delle dimensioni di 4-6 mm tale suscettibilità tende a ridursi col proseguire della stagione vegetativa.

Gli acini colonizzati precocemente rimangono di piccole dimensioni e vengono ricoperti dalla caratteristica efflorescenza bianco-grigiastra che emana un forte odore di muffa. Il blocco dell’accrescimento dell’epidermide e il contemporaneo sviluppo della polpa causano spaccature longitudinali che spesso mettono in evidenza i vinaccioli, favorendo indirettamente gli attacchi di muffa grigia e di altri funghi e batteri saprofiti. Gli acini successivamente possono raggrinzire, disseccare e cadere. Gli esiti di infezioni tardive dell’acino si evidenziano con reticolature brunastre della buccia.

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Condizioni di sviluppo

  • Temperatura: il micelio è in movimento a 5-6°C, optimum termico 25°C
  • Umidità relativa: bassa 25-30%
  • Assenza di piogge: la pioggia dilava i conidi
  • Elevata ventosità: rimuove le goccioline di acqua dalla pianta trasportando i conidi
  • Scarsa illuminazione: i raggi UV riducono la vitalità dei conidi
  • Elevata acidità dell’acino: grado zuccherino < 12-15%
  • Tessuti in forte accrescimento.

Rimedi

È possibile combattere l’oidio sia con i metodi di controllo agronomici sia con quelli chimici. Per quanto riguarda i vigneti non infetti si utilizzano metodi ovviamente di tipo preventivo. Nei vigneti già infetti, invece, si cerca di limitare il più possibile i danni arrecati effettuando una serie di trattamenti chimici, per i quali vi sono maggiori rischi di selezione di ceppi resistenti.

Anche per la Peronospora sono necessari molti trattamenti, quindi, solitamente, si cerca di far coincidere il più possibile i trattamenti per i due patogeni, tenendo comunque in considerazione che i vari trattamenti richiedono condizioni predisponenti opposte. In tal modo si riducono al minimo i residui sul prodotto e il costo dei trattamenti stessi.

Metodi di controllo agronomici

  • Rimuovere le foglie infette dal terreno che contengono il cleistotecio svernante;
  • Valutare la densità d’impianto, l’esposizione e la forma di allevamento;
  • Sistemazione e legatura dei tralci;
  • Eseguire leggere sfogliature intorno ai grappoli;
  • Concimazioni e irrigazioni equilibrate;
  • Evitare l’utilizzo di portainnesti vigorosi;
  • Evitare eccessive concimazioni di azoto;
  • Evitare potature lunghe e ricche (affastellamenti < luce);
  • Eliminare viti portatrici di oidio.

Metodi di controllo chimici

  • Intervenire con prodotti di copertura fino alla pre-fioritura, e dalla prefioritura all’invaiatura con prodotti sistemici e di copertura;
  • Zolfo, soprattutto in pre-fioritura, da distribuire al mattino o alla sera per evitare fito-tossicità;
  • IBE (inibitori sintesi ergosterolo): triazoli, pirimidine, piridine;
  • Strobilurine;
  • Spiroxamina (inibitore enzimi del patogeno);
  • Quinoxifen (inibitore germinazione conidi e spore) come trattamento preventivo.