MONDO BIO PARTE 2 – Tendenze agricoltura biologica

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Come già anticipato nella prima parte dell’articolo, dove ci siamo focalizzati in particolar modo sul mondo del Vino Biologico, in questa seconda parte approfondiremo l’intero comparto dell’agricoltura biologica, con mode, tendenze e prospettive per il futuro.

I valori ed i bisogni dei consumatori in questi ultimi anni sono mutati e di conseguenza la richiesta di prodotti si è orientata verso un altro orizzonte: i prodotti di natura biologica.

Vediamo di seguito una panoramica generale riguardo l’evoluzione del biologico in Italia, l’approccio delle famiglie italiane nei confronti degli alimenti BIO e l’andamento della domanda di prodotti biologici nel nostro paese.

EVOLUZIONE DEL BIO ITALIANO DAL 2010 AD OGGI:

Il settore biologico italiano continua a consolidarsi e a rafforzarsi, non solo riguardo la componente dell’agroalimentare nazionale ma anche nello scenario internazionale. I dati dell’ultimo biennio confermano infatti la rilevanza del comparto sul fronte sia della produzione sia del mercato, essendo l’Italia in sesta posizione nella graduatoria mondiale dei paesi che producono biologico per superficie investita – sfiorando i 2 milioni di ettari – e per valore del mercato. La quantità di vendite generata nel mercato italiano è pari a 4.089 mln €.

Cresce quindi la consapevolezza dei potenziali benefici del metodo biologico, soprattutto di carattere ambientale, e aumentano le sollecitazioni per un’espansione del settore. La struttura produttiva va anch’essa rafforzandosi: crescono i produttori e soprattutto i trasformatori, a testimonianza di un settore che diventa più maturo.

bio alimenti
Come possiamo vedere dal grafico Sinab, la superficie biologica in Italia sfiora i 2 milioni di ha, con un incremento del 76% rispetto all’anno 2010 e del 2,6 % rispetto al 2017.
Il numero di operatori è di oltre 79.000 con un incremento del 66% rispetto all’anno 2010 e del 4,2 % rispetto al 2017.
L’incidenza percentuale della SAU biologica è il 15,5% della SAU totale (ISTAT SPA 2016). Nel 2010 era l’8,7 % della SAU totale (censimento agricoltura 2010).

La superficie investita nel biologico è diversa per regione , i dati raccolti da Bio in cifre 2019 ci forniscono la seguente fotografia:

• Sicilia, Puglia, Calabria ed Emilia-Romagna 51%
• Lazio, Toscana, Sardegna e Basilicata 26%
• Marche, Campania, Lombardia e Piemonte 14%
• Umbria, Abruzzo, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia Giulia, Molise, Liguria, Valle d’Aosta 9%

agricoltura biologicaLe principali culture che i produttori destinano ai propri terreni per a coltivazione biologica sono cereali, olivi, viti, ortaggi, frutta in guscio, agrumi e frutta in generale. I cereali si stanziano nella prima posizione, con 326.000 ha di coltivazione ad oggi e circa 195.000 nel 2010. Si può notare anche da questa tabella (fonte: Sinab), come la predisposizione di questo settore si stia ampliando in tutti gli orizzonti alimentari.

EXPORT BIO MADE IN ITALY

Il ruolo dell’export è fondamentale per il business italiano; è noto ormai che i prodotti “Made in Italy” vengano riconosciuti ed apprezzati dal resto del mondo per qualità, affidabilità e buon gusto.

L’export BIO made in italy nel periodo 2008-2018 ha raggiunto una crescita a dir poco esponenziale del 597%.

I due paesi maggiormente interessati ai nostri prodotti biologici sono la Francia e la Germania, con un quantitativi elevati, e principalmente acquistano prodotti tipo agricolo, vino, pasta e prodotti al forno.

Le principali motivazioni per cui le aziende estere tendono ad acquistare il nostro prodotto sono le seguenti:

  • Buon rapporto qualità-prezzo 27 %
  • Prodotti sicuri e controllati 23 %
  • Qualità organolettica, gusto piacevole 20 %
  • Marchio aziendale apprezzato, affidabilità dell’azienda 15%

Come possiamo vedere, sono principalmente la qualità e l’affidabilità le peculiarità che contraddistinguono il mondo del Made in Italy.

GLI ITALIANI E IL BIO: come è cambiata la domanda

Il grafico di SANA che trovate di seguito, che considera dati dell’anno in corso, ci spiega come nell’ultimo decennio sia cresciuta in maniera radicale la domanda dei prodotti di natura BIO da parte delle famiglie italiane; difatti, a partire dal 2012, la percentuale di famiglie che almeno una volta hanno acquistato prodotti biologici è pari al 53%, fino ad arrivare ad oggi con una crescita esponenziale dell’86%.

Per i consumatori, acquistare alimenti oramai significa soprattutto mettere nel carrello convenienza a parità di qualità,  elevata qualità in generale e prodotti da filiere tracciate, certificate e controllate. Scegliere un prodotto biologico, quindi, non significa acquistare solo un prodotto di alta qualità, ma un insieme di valori e garanzie.

La domanda di prodotti biologici è inoltre trascinata dal crescente interesse dei consumatori per il benessere fisico e la tutela ambientale.

Nel primo semestre del 2019 si osserva una distribuzione dei consumi nel territorio italiano ben definita; troviamo infatti una predominanza nell’area del Nord Italia, con il 36% nel Nord Ovest e il 27% nel Nord-Est, e una diminuzione verso il centro sud (25% Centro e Sardegna, 12% Sud e Sicilia).

Abbiamo comunque una propensione di acquisto maggiore rispetto all’anno precedente anche nell’area del Sud Italia, anche se più scarna, dove dal confronto con il I Semestre 2018 si nota un aumento del 7,6% nella zona Centro-Sardegna e del 7,0% in quella Sud-Sicilia.

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LA SPESA DEGLI ITALIANI: come cresce il carrello BIO?

Il carrello Bio dei consumatori italiani è ricco di alimenti che variano da frutta e verdura a uova fresche e carne, soprattutto pollo. Il consumatore privilegia l’olio extravergine di oliva e non rinuncia a un buon bicchiere di vino, ma le vendite di olio e vino certificato possono ancora crescere.

 

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Tra i prodotti più apprezzati:

• +18,8% la carne di pollo;

• +6,7% i cereali per la prima colazione;

• +4,1% gli ortaggi freschi di IV Gamma

Il 97% delle famiglie italiane acquista prodotti Bio (solo il 62% lo dichiara), il 78% dei consumi Bio è attribuibile al 30% di acquirenti abituali, 3 milioni sono gli acquirenti Bio nei negozi specializzati.

I driver di scelta non sono solo di prodotto e ma anche di punto vendita. I principali canali di vendita di tali prodotti risultano molteplici. I consumatori tendono a preferire un luogo di acquisto rispetto ad un altro per più motivi, in particolare l’affidabilità, la possibilità di scelta ed il costo.

I negozi specializzati sono ritenuti il canale migliore per l’acquisto di prodotti alimentari Bio e sono scelti in genere per l’assortimento di prodotti migliori e più sani. La vendita diretta da produttori bio attira maggiormente l’attenzione delle famiglie con bambini fino a 6 anni e in generale la fascia più giovane (fino a 44 anni). Anche a supermecati ed ipermercati si attribuisce una fetta di consumatori di alimenti biologici, purse in misura minore.

In definitiva, da questa panoramica di dati si evince come sempre di più le famiglie italiane siano attente alla qualità della vita e di conseguenza preferiscano gli alimenti biologici, dove la trasparenza e la qualità sono “garantite”.

Non stiamo sicuramente attraversando una moda passeggera, ma siamo nel bel mezzo di un cambiamento globale di esigenze e necessità, dove noi dobbiamo essere pronti per soddisfare appieno le nuove richieste del mercato.