Commissione UE boccia l’etichetta nutrizionale
La Commissione europea ha bocciato l’ipotesi di etichetta nutrizionale sul vino proposta nel marzo 2017 dall’industria del settore.
Una presa di posizione che tutti definiscono “incoerente”, come afferma il direttore generale di Federvini, Ottavio Cagiano de Azevedo: “ora la Commissione deve valutare nel dettaglio il documento ed esprimere un’opinione. Nel caso non fosse convinta dei contenuti delle proposte, la Commissione presenterà una proposta normativa di applicazione del regolamento 1169/2011. È chiaro che la sollecitazione a valutare le proposte di autoregolamentazione deve anche trovare un equilibrio con le diverse disposizioni già esistenti per alcune categorie di bevande alcoliche: i vini sono soggetti alla più complessa delle normative, motivo per cui il servizio giuridico (e non la Commissione) ha espresso alcune critiche al progetto. Le associazioni europee, e con esse le associazioni nazionali, stanno valutando queste considerazioni per eventualmente integrare o meglio specificare la proposta di autoregolamentazione.”
La richiesta dei produttori di vino
Nel marzo del 2017 la Commissione aveva chiesto ai produttori di bevande alcoliche di trovare un accordo su un’etichetta nutrizionale, avvertendo che se entro un anno non ci fossero stati risultati, la Commissione avrebbe varato un regolamento specifico. Un anno, dopo l’associazione Spirits Europe, che rappresenta 31 associazioni nazionali, ha presentato una proposta comune articolata su tre elementi:
- un’etichetta che comprenda la tabella nutrizionale;
- la lista completa degli ingredienti;
- un’indicazione del tipo di processo utilizzato.
Le informazioni potranno comparire direttamente sull’etichetta oppure online, in una pagina web accessibile da un codice a barre o un Qr code stampato in etichetta. Oppure, ancora, in entrambi i modi.
La Commissione aveva chiesto di “tarare” la tabella nutrizionale per 100 ml di prodotto. Spirits Europe ha dato parere positivo, ma ha chiesto di poter fornire le stesse indicazioni anche per porzione. La differenza è notevole: se 100 ml possono essere pochi per un vino bianco, sono invece molti per una vodka o un whisky, che di solito vengono serviti in bicchierini da 40 ml.
I vantaggi dell’etichetta nutrizionale
È importante sottolineare come l’Italia, ma in generale l’Unione Europea, sia indietro rispetto a USA, Brasile, Canada, Cina, India, Russia, Messico, Svizzera e Nuova Zelanda: tutti Paesi in cui la tabella nutrizionale sugli alcolici è già obbligatoria da tempo. Nel 2013 è stato approvato il testo unico sulle etichette alimentari europee: il regolamento 1169/2011, nel quale non si fa alcun riferimento alle bevande alcoliche.
Indicare la quantità di calorie presenti in una bevanda alcolica è una questione di trasparenza e di salute pubblica: tali bevande aumentano il rischio di obesità e di altre patologie, quindi conoscerne l’apporto calorico può essere un deterrente per limitarne il consumo.
Secondo il Beuc (Unione Europea dei Consumatori), che riunisce le principali associazioni di consumatori del vecchio continente, mostrare queste informazioni è “essenziale, perché gli europei possano compiere scelte consapevoli sulla quantità di alcool che vogliono consumare.”
Al momento, solo i produttori sanno con certezza l’apporto calorico dei loro prodotti, perché la quantità di zuccheri dipende da quanti ce ne sono in partenza nei mosti e nel processo di fermentazione. Nei vini secchi, per esempio, quasi tutto lo zucchero è trasformato in alcool, mentre per i passiti vale il discorso opposto.
Vino, i furbetti dello zucchero
L’Unione Europea consente ai Paesi del centro e del nord Europa di aumentare la gradazione del vino attraverso l’aggiunta di zucchero, ma tale pratica è vietata in Italia da oltre 50 anni. Inoltre, alcuni Paesi europei possono vendere pseudo vino ottenuto da polveri miracolose contenute in wine-kit, che promettono in pochi giorni di ottenere le etichette più prestigiose tramite l’aggiunta di acqua.
Secondo la Coldiretti: “occorre difendere i produttori italiani e i consumatori di tutto il mondo da tali pratiche scorrette. Inoltre, è necessario difendere i primati del vino italiano che ha raggiunto nel 2017 un valore record di oltre 10,6 miliardi, per effetto soprattutto delle esportazioni che hanno raggiunto il massimo di sempre a 6 miliardi (+6%). Sono risultate in leggera crescita, invece, le vendite sul mercato nazionale pari a circa 4,6 miliardi, per effetto anche dell’aumento dei consumi familiari (+2%).”
Per maggiori informazioni: FEDERVINI: UE BOCCIA ETICHETTA NUTRIZIONALE SUL VINO