Finalmente è arrivato il nuovo regolamento sulle autorizzazioni per gli impianti viticoli che prova a sanare alcune falle del sistema. Atteso da tempo, dopo una gestazione travagliata in sede di conferenza Stato-Regioni, il DM 935 del 13 febbraio 2018 è stato firmato dal ministro per le Politiche Agricole Maurizio Martina, e sarà operativo dopo la pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale. La norma introduce delle modifiche che puntano a garantire un incremento coerente del potenziale viticolo regionale così da evitare che venga eluso il sistema di assegnazione proporzionale, ma anche il principio di gratuità e non trasferibilità delle autorizzazioni.
Complesso e molto differenziato il quadro delle opinioni delle organizzazioni nel settore del vino. La Coldiretti si ritiene soddisfatta perché l’introduzione di una soglia di 50 ettari per domanda pone un freno alle speculazioni sui nuovi vigneti.
Secondo l’Alleanza delle cooperative agroalimentari, l’introduzione della soglia massima è un “correttivo atteso e più che mai necessario, che testimonia il lavoro condotto con il regolamento Omnibus dai deputati italiani”.
La Regione Sicilia, terra di autorizzazioni che da tempo migrano verso Nord, con il suo assessore all’agricoltura, Edy Bandiera, accoglie con favore la nuova normativa: “È stata messa la parola fine al depauperamento delle superfici vitate dell’Isola, che rischiavano di essere alienate in altre regioni e agli artificiosi espedienti, messi in atto nei mesi passati, con i quali aziende non siciliane riuscivano ad accaparrarsi le autorizzazioni al reimpianto”.
Il decreto non ha soltanto effetti positivi, ma rischia di influire sulla competitività delle imprese nei mercati, secondo l’Unione Italiana Vini: “Se, da un lato, consentirà di gestire meglio l’altissimo numero di domande pervenute, come avvenuto nel 2016 e nel 2017, e in qualche modo introduce elementi di tutela del patrimonio viticolo delle singole regioni, dall’altro lato c’è preoccupazione”, come sottolinea il segretario generale UIV, Paolo Castelletti.
Per il Presidente del Consorzio del Prosecco Doc, Stefano Zanette, alla guida di una denominazione da 420 milioni di bottiglie, le distorsioni registrate negli scorsi anni imponevano una revisione, ma le soluzioni proposte “non risolveranno purtroppo tutti i problemi. Bisogna individuarne altre che siano capaci di consentire lo sviluppo armonico dei territori che stanno dimostrando di avere potenzialità sui mercati, senza andare a impoverire la ricchezza viticola italiana. Pensare che la crescita debba per forza essere assicurata a tutti in modo indistinto, a prescindere dalle reali evoluzioni di mercato, risulta non solo anacronistico ma rischia di essere anche controproducente. Il sistema, dunque, andrebbe rivisto nella sua globalità.”
La Confagricoltura sottolinea come la soglia di 50 ettari per ogni domanda “innovi efficacemente il sistema delle autorizzazioni e porti a un maggiore equilibrio nella sua gestione.”
Al tempo stesso, il sindacato guidato da Massimiliano Giansanti ritiene che la norma che consente alle Regioni di garantire comunque una superficie minima fra 0,1 o 0,5 ettari a ogni richiedente “disperda potenziale e non porti a un reale effettivo vantaggio di rinnovo del potenziale viticolo, soprattutto per le imprese più attive nel territorio.”
Queste le novità del decreto sulle autorizzazioni in sintesi:
1) Reimpianti dopo estirpazione non trasferibili tra regioni prima dei 6 anni
2) Tetto di 50 ettari alle richieste
3) Superficie minima garantita alle Regioni
4) Fino a 30 giorni per le rinunce
5) Da Regioni garanzie superfici tra 0,1 e 0,5 HA
6) Priorità per:
- aziende biologiche
- terreni confiscati a mafie
- forti pendenze (dal 15%)
- superfici siccitose
- piccole isole (entro 250 km q.)
- altitudini sopra 500 metri
- zone sisma Centro Italia
- zone infette da Xylella
Per approfondimenti, visita il sito del Ministero delle Politiche Agricole: Autorizzazioni Nuovi Impianti DM935