Kiwi
Il kiwi è una pianta rampicante, generalmente allevata formando un cordone permanente da cui partono tralci di lunghezza variabili sulla cui parte distale si formano le gemme a fiore per l’anno seguente.
Normalmente i tralci produttivi dell’Actinidia vengono rinnovati annualmente, quindi il peso della vegetazione e della produzione grava interamente sulla struttura di sostegno. Da qui l’esigenza di un sistema di sostengo più complesso rispetto al classico Superspindel delle mele, capace di fornire un maggiore supporto sia ai rami che ai frutti.
È inoltre necessario considerare nei calcoli progettuali l’imponente apparato fogliare che l’Actinidia sviluppa e il cui peso incide considerevolmente nello sforzo che la struttura deve supportare (soprattutto quando le foglie si caricheranno dell’acqua piovana).
I sistemi di allevamento sono sostanzialmente due: pergola e tendone.
Due modi di pensare completamente diversi, quasi due filosofie di vita, che affondano le loro radici nel comportamento unico della pianta di kiwi rispetto a qualsiasi altro frutto. Vediamoli nel dettaglio.
TENDONE
Il Tendone non è altro che un denso intrico di fili e funi volti a costruire una rete di sostegno ai tralci ed ai conseguenti frutti. Il sesto di impianto solitamente è di cinque metri tra le file e cinque metri tra i pali, con funi di sostegno ad ogni trasversale (diametro variabile tra i 6 e i 7mm) e sei fili longitudinali a sostenere i tralci (uno ogni circa ottanta cm), di diametro 3 mm.
Questa soluzione fornisce alla pianta un robusto sistema di sostegno che impedisce ai tralci di toccare terra e previene di conseguenza tutte le malattie che da ciò derivano, assicurando al contempo una maggiore efficacia nei trattamenti necessari alla salubrità fogliare.
Il kiwi rimane appeso al di sotto dell’apparato fogliare ma libero da esso, riuscendo così a maturare al meglio e sfruttando al tempo stesso l’ombra delle foglie che permettono di evitare le sempre più temibili scottature del sole.
Ultimo, ma non meno importante, la raccolta è notevolmente più agevole, data la facilità di presa del kiwi, posto all’altezza migliore per un rapido prelievo da parte degli operatori.
Veniamo ora al secondo sistema di allevamento, quello a “pergola”.
PERGOLA
Il principio di base è molto simile al tendone, con il medesimo numero di fili a supportare i tralci (da quattro a sei) ma questi sono a loro volta supportati non da funi trasversali ma da braccetti in acciaio zincato, di misura e larghezza variabile secondo la varietà del Kiwi (dritti, curvi, spioventi per kiwi gialli, verdi o rossi).
Il braccetto deve garantire una notevole portata per rispettare le esigenze della pianta e deve essere collegato in modo fermo e stabile al palo con il suo attacco appositamente sagomato. La tensione ai fili di supporto è impressa dai tirafili dei braccetti di testata, una struttura metallica decisamente più robusta rispetto agli intermedi, atta a sostenere lo sforzo di tesatura. I tralci godranno quindi dello stesso supporto del tendone, con il frutto che si sviluppa in particolare vicino alle estremità dei braccetti, da cui l’esigenza che ad ogni varietà venga destinato il braccetto adeguato.
Il principale vantaggio di questo tipo di impianto risiede nella gestione della rete che rimane accessibile per le operazioni stagionali di apertura e chiusura, opzione che nell’impianto a tendone è pregiudicata dalla crescita dei tralci.
Altro punto di forza di questo tipo di impianto è la praticità di accesso lungo il filare, tra le pergole, delle attrezzature meccaniche di varia altezza (trattrici cabinate, barre potatrici meccaniche, carrelli elevatori, piattaforme idrauliche per la gestione delle operazioni annuali di chiusura invernale delle reti o eventuali operazioni di manutenzione straordinaria delle stesse).
Ultimo aspetto da non sottovalutare, particolarmente sulle nuove cultivar oggetto di Club, sono i disciplinari che impongono di ridurre la quantità di kiwi per ettaro per incrementarne il loro grado brix (il grado zuccherino) e la sostanza secca, valutazione quindi che coinvolge anche il sistema di sostegno oltre alle variabili agronomiche ambientali.
Un ottimo esempio di questo sistema è visibile nel video girato dal nostro cliente Riccardo Adami della Società Agricola Adami, che ormai da quasi una decina d’anni usa la pergola nel suo impianto a Dossobuono (VR) con eccellenti risultati. Sul kiwi verde ha utilizzato i braccetti curvi da due metri, ottenendo una produzione di circa trenta tonnellate per ettaro con un eccellente grado zuccherino derivato dall’ottima insolazione assicurata dal supporto a pergola, che permette il passaggio della luce anche al di sotto dell’apparato fogliare aumentando la qualità della produzione. I tralci delle piante vengono legati circa ogni venti cm, lasciando quindici germogli ed effettuando il taglio a circa cinquanta centimetri da terra, un lavoro semplice ed economico ma che garantisce l’ottimale gestione del frutteto.
Nel 2019 Riccardo ha deciso di riconvertire uno dei vecchi impianti Valente di pesche a Kiwi, e l’ampio sesto di impianto di sei metri gli ha consentito di provare i nuovi braccetti curvi da 3,10mt.
Questi braccetti sono stati sviluppati specificamente per i kiwi gialli e rossi e presentano una curvatura meno accentuata rispetto ai braccetti curvi tradizionali che permette loro di assecondare meglio i tralci più lunghi, facendo apparire l’impianto ordinato e pulito.
Queste le due soluzioni proposte da Valente; la scelta della tipologia di impianto dipenderà poi in larga parte sia da fattori climatico/ambientali che dalle abitudini di coltivazione di ogni specifica zona.
L’importante è sempre fare una scelta motivata, basata su di un’attenta progettazione e realizzata con materiali in grado di garantire i risultati attesi, con il fondamentale aiuto di tecnici esperti e agronomi fidati.
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